TUTTA LA VITA DAVANTI
4.2.2010

Qualche tempo fa, in un momento di liquidità atipica, il Grande Capo ha deciso di incentivare i suoi più fidati collaboratori (leggi: quelli con resistenza media superiore ai primi tre mesi di prova). Ci ha iscritto a sue spese a uno di quei corsi per manager”pompatissimi”, che dovrebbero ravanarti nelle budella e tirare fuori l’animale da combattimento che è in te. Si, quelli dove alla fine, in un momento di estasi suprema, si cammina pure sui carboni ardenti.
Con una certa titubanza ho varcato la soglia del Centro Congressi galattico dove avrei dovuto passare 4 giorni senza nessun contatto con l’esterno (no telefonate, no radio, no tv, niente). Ero terrorizzata.
Però ero sicura che non mi sarei lasciata trascinare nei ben noti deliri sciamanici come invece avevano fatto i miei colleghi prima di me.
Forse non avevo calcolato che, passato il primo giorno senza canale 5 e il mio giro in Piazza a Carpi, ero diventata gelatina nelle loro mani.
4 giorni soltanto, e uscivo da quel Limbo con la consapevolezza che avevo il mondo in pugno (e che Ridge era il padre di Bridget, grazie alla soffiata di un cameriere). Non esistevano risultati che non avrei potuto conseguire, perché tutto dipendeva da me e da quanto ci credessi. Da quel momento in poi sarei stata l’unica e sola responsabile dei miei fallimenti ma anche dei miei successi. Non esistevano più le concatenazioni fortunate o sfortunate di eventi. FABER EST SUAE QUISQUE FORTUNAE.
Fortunatamente, i fanatismi, se non vengono fomentati, hanno vita breve e, per fortuna, in casa mia  smorzare i facili entusiasmi è un gioco da ragazzi.
Carpi, qualche anno dopo, casa mia. Ricevo un messaggio allarmante dalla Pùpla: “Sto mmmaaaaale, ti preeeego…appena puoi chiamami…”.
Potrei essermi dimenticata il telefono in macchina, così avrei fino a domani mattina per sottrarmi dal tormentone telefonico “Mi ama? Ma quanto mi ama?”.
Potrei essere impegnata in una riunione fiume con il grande capo che ha le mestruazioni (esistono donne con le palle? Bè, il mio Capo è un uomo con le mestruazioni!) e quindi essere impossibilitata a risponderle subito.. guadagnerei almeno due ore..
Però. Anche io ci sono passata. E non è detto che non risucceda (tiè!).
La chiamo subito, e vengo immantinente investita da una raffica di racconti caotici su un presunto mollamento da parte del suo attuale boyfriend. In effetti, lui le sta lanciando qualche messaggio subliminale del tipo: “Viviamo giorno per giorno”, “Non facciamoci troppi problemi”, “Stiamo così bene adesso, perché dobbiamo ingabbiare il nostro rapporto in una definizione di convenienza?”, “Ma io posso anche dormire dai miei qualche sera, vero?”
Mi si prospetta il solito dilemma. Metterla di fronte alla totale inettitudine di questo ominide o compatirla e convenire che capitano tutte a lei, cos’ha fatto per meritarselo, non ci voleva questa ennesima delusione….?
Stasera non ho la forza di prendere nessuna di questa strade. Stasera non ne ho più.
Improvvisamente mi si apre un cassettino nella testa. Un lampo di genio. Un piano B. 
E comincio:
“ Senti. Chi sbaglia sei tu, perché lo metti in condizioni di trattarti in questo modo: è vero, ti piace e vuoi stare con lui. E allora? Perché ti comporti come se fosse una cosa di cui vergognarsi? Se ti dice queste cose, tu non assumere subito l’aria da cucciolo, ma guardalo con aria annoiata e ridicolizza le sue sicumere! Fagli capire che per te queste cose sono scontate, ridicolizzalo per aver voluto dare voce all’ovvietà. Non spiegare troppo, non ascoltare quello che dice, non dargli modo di interrompere il filo dei tuoi discorsi. Conduci tu il gioco. Non metterlo in condizione di dirti un no. Non difenderti: devi girargli contro i suoi stessi attacchi. Usa un tono di voce forte e chiaro. Sorridi mentre gli parli, anche se siete al telefono. E se per tua natura non sei un attaccante, allora cerca la sua complicità, la collaborazione, fattelo alleato. Renditi indispensabile.”
TA-DAH!!  Funziona!
Vendo CD home-released (leggi: masterizzato a cà mia).
Contiene una ventina di mantra corroboranti, assolutamente indispensabili in caso di tragedie familiari e affettive delle amiche putte. Lo corredo con un piccolo vademecum per personalizzare la frase a seconda della circostanza.
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Si garantisce l’anonimato.

 

 
 
 
 
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