CARRAMBA CHE SORPRESA
23.12.2009

Carpi, appartamento in centro dei nonni, anno 1976 o giù di lì.
La prozia fashion mi si avvicina appena rientrata da una sfilata a Milano, annunciando una bellissima sorpresa per me, e io già pregusto un rossetto o un profumo mignon con cui farmi bella con le pùpline della scuola. Il pacco però è inquietantemente grande, e non riesco a trattenere un moto di stizza quando lo apro e vedo una bambola a forma di Befana, seduta su un tronchetto vero. Fosse stata la barbie con il levriero afgano, anche anche, ma una bambola di stoffa.. a ME?
L’età è tale che non mi è possibile fingere entusiasmi ben lontani dal vero, e proprio qualche giorno prima avevo ricevuto una sculacciata notevole per avere detto una bugia di troppo. Il mio disappunto è palese, e la zia mette il dito nella piaga chiedendomi un parere. Prima ancora di pensare, la parola “NO” esce dalla mia bocca. La zia torna nelle sue stanze offesa e la alma madre mi rimprovera.
Ma non dovevo essere sincera?
Carpi, interno giorno, Santo Natale 1995. La Pùpla Delle Pùple (colei da cui si sono originate tutte) viene a trovarmi per gli auguri prima di partire per la montagna. In mano ha un pacchettino carinissimo. Anche qui pregusto la gioia di trovare, che so.. un braccialettino? Orecchini? Un buono in profumeria da  50.000£ ?
Dopotutto, lei mi conosce dai tempi dell’asilo, in ogni mio aspetto più nascosto (Isaac Asimov compreso), non può sbagliarsi.. peccato che all’apertura il bellissimo pacchettino si riveli essere una banalissima cintura. Ma non una vezzosa e sottilissima da abbinare a un cardigan minimal di cachemire, né una cinturona fetish e anni ’80 che impreziosisca qualsiasi t-shirt possa andarci sotto. Una semplicissima cintura alta 3 cm, nera, con fibbia molto maschile, ma maschile zio: maschile tipo Gian Marco Venturi.
So che sembro cinica, ma già l’anno scorso mi aveva omaggiato di un foulard floreale a fantasie nei toni del pesca (a ME?) e aveva capito che qualcosa non era andato per il verso giusto perché non me lo ha visto addosso una mezza volta.. allora avevo tentato la via del messaggio indiretto, e purtroppo anche stavolta vengo trattenuta in extremis soltanto dal suo sguardo fiducioso della mia approvazione.
Mossa a pietà, fingo commozione (ma è solo sconforto) e la abbraccio per evitare qualsiasi mimica facciale rivelatrice.
Carpi, 2007, tardo pomeriggio di una giornata autunnale infrasettimanale e infernale.
Il capo è stato tutto il giorno di cattivissimo umore e ha mangiato pesante, mettendo a dura prova almeno tre dei miei cinque sensi, tant’è che mi invento un appuntamento col commercialista per uscire e cambiare aria.
I miei capelli hanno una ricrescita nettissima che invano ho cercato di coprire col mascara (risultato: un ciuffo alla Nick Kamen), e un bellissimo brufolo modello “Occhio di Giove” si sta espandendo sul mento (farà anche Sarah Jessica Parker, ok, ma lei proprio bella non è).
Ieri sera ho festeggiato il mio compleanno con una versione ridotta dei miei amici, in attesa del festeggiamento vero e proprio rimandato a data da destinarsi causa pùple maritate che devono incastrare sincronizzate gli impegni domestici e quelli mondani. Causa brindisi non proprio analcolici nè contenuti, la mia emicrania del giorno dopo è particolarmente tenace, e neanche un Aulin sniffato al volo nella toilette della ditta mi ha fatto effetto. La mia estetista non ha posto fino al giorno dopo, quindi sembro la sorella di Elio e la figlia di Peo. In due parole, ho voglia di vedere gente come di devitalizzarmi un dente senza anestesia, e non vedo l’ora di entrare in casa e abbruttirmi sul divano.
Squilla il cellulare ed è la Pùpla Putta in lacrime.. mi supplica un happy hour veloce al suo solito bar tristissimo per aggiornarmi sul recente due di picche ricevuto dal belloccio di turno; quando il dovere mi chiama, garibaldinamente obbedisco e mi precipito così come sono, con tanto di matita in testa e brufolo in mutazione accelerata.
Metto piede nel bar e vengo accolta da tutte le pùple in pompa quasi magna che mi si accalcano intorno per farmi gli auguri.. vicino a loro, comunque un minimo sbarluccicanti per quello che l’orario permette, sembro Pollyanna, e, se mi annuso, anche un po’ puzzina. Ma la festeggiata non dovrebbe essere la più bella?
Dedicato a chi mi considera insensibile ed egoista quando sostengo e impongo il mio odio assoluto verso qualsiasi forma di sorpresa, improvvisazione o regalo che non sia pilotato dal destinatario.

 

 
 
 
 
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