VENTO DI PASSIONI
10.12.2009
Fanatico è colui che non può cambiare idea.. (Winston Churchill)
“TOYS, TOYS, TOYS”, scritto appena due settimane fa: dimenticatevelo. Cestinatelo.
Demi Moore, perdonami perché non avevo capito.
Venerdì sera, serata danzante e canterina. Tutte in tiro e in allungo, principalmente perché vogliamo divertirci e cercare una serata senza dibattiti sulla complessità dell’universo maschile. In un angolino della nostra testa la speranza è che sia il turno di uscita dei soliti noti e non delle loro mogli/compagne/pacs.
In tutta onestà la serata parte moscia: nonostante sberluccichiamo e sfavilliamo, l’atmosfera fatica a prendere il volo, un po’ per stanchezza, un po’ perché ci stiamo portando dietro gli strascichi di una settimana di scazzi not indifferent.
La cena è decente ma si sa che qui si viene per fare movida, quindi cominciamo a darci da fare, ballando come pazze non appena parte Alan Sorrenti. Però mi annoio. Non è sera. Vorrei essere a casa mia a fare l’albero, bevendo tè caldo e guardando “Tutti insieme appassionatamente”.
Poi qualcuno apre la porta ed entra un gruppo di persone, che ignoro palesemente, presa a dimenarmi in un twist/ballo del mattone, e chissenefrega se gli under 25 che arrivano brontolano perché vogliono la techno.
Vengo spintonata da un paio di spalle larghe, quasi cado e una voce arrivata dritta dritta dall’adolescenza mi chiede scusa; incrocio lo sguardo del ragazzo più bello che io abbia mai visto. Bello perché è alto, perché dalle spalle in giù il suo torace ha una progressione a “y” da brivido e i jeans gli cadono a pennello, perché ha la faccia da furfante ma pulita, perché sa un buon odore e perché ha i capelli corti ma non troppo. Thor il vichingo.
Se in quel momento mi avessero messo in mano una carta di credito platino con plafond illimitato gentilmente offerto dal Sultano del Brunei senza dover fare niente in cambio neanche me ne sarei accorta. Probabilmente il Sultano stesso avrebbe cambiato idea vedendo la mia mandibola sfiorare terra, l’espressione farsi vacua e le ginocchia fare “giacomo giacomo” mentre balbettavo che non era successo niente.
Se Lui avesse appena fatto un cenno d’intesa verso di me, lo avrei seguito anche su un’isola deserta (quantomeno senza negozi).
Non so come, ho recuperato la mia dignità e mi sono riappropriata delle mie fattezze normali; fortuna ha voluto che una delle pùple (neanche ricordo quale) mi abbia accompagnato in toilette perché la porta non si chiudeva bene: ho avuto modo di constatare di non avere nessun cedimento strutturale in atto (mascara che cola, caccola nel naso, residui di cibo nei denti) e ho potuto farmi poi spazio tra la gente verso il bancone del bar.
Volevo darmi un’aria diversa dalle ciozzine che gli stavano orbitando attorno… giusto solo per cercare di catturare la sua attenzione così come lui aveva catturato la mia… innesco la falcata da Superdonna, sbatto le ciglia da cerbiatta (grazie al Maybelline Great Lash), atteggio le labbra per enfatizzarne il volume e ordino con nonchalance un Gin Tonic.
No no no. Ricomponiamoci. Non esiste. Sarò tardona ma faccio ancora la mia porca figura. Non sarà certo un pischello (seppure notevole) a rendermi così pateticamente ridicola. Recuperiamo le forze e tutt’al più prediamo la ritirata verso le pùple danzanti e ignare della mia tempesta di ormoni.
Mi sento prendere per mano dalla cugina ventenne e insopportabile (detta Duracell) che di solito snobbo, ma è in compagnia con Thor, e quindi diventa la mia parente preferita. Me lo presenta come suo fidanzato (nota bene: ricordarsi di non farla entrare al Club Giardino che io sono socia e lei no).
Lui mi stringe la mano esattamente con lo stesso vigore che mi aspettavo e un brivido mi percorre tutta. Peccherò di immodestia, ma il suo sguardo mi dice che l’impressione che gli faccio è buona.
Peccato.
Torno nella sezione “anni ’80” un po’ depressa, dove trovo il Supermito Della Mia Vita (“DE PROFUNDIS”, “I’M A BELIEVER”) del cui arrivo non mi ero neanche accorta. Se sapesse che per una decina di minuti lo stavo per spodestare dal podio dei miei miti irraggiungibili!
Automatico il confronto.
Automatico il verdetto.
Thor, mi spiace ma questo ha classe da vendere.
Questo qui è una giacca di Capalbio, è un Henry Lloyd, e tu sei per il momento solo un bellissimo Kejo. Che comunque avrei volentieri indossato almeno per una sera.