SPORTICUS
26.06.2008

Sporticus (nome volgare dell’Homo Gymnasticus Novellinus) non pratica attività fisica dall’infanzia: non possiede quella facilità di apprendimento né quella fluidità di movimenti che caratterizzano chi da bambino si è allenato duramente. Sporticus era con molta facilità un fanciullo pigro, indolente, anche un po’ pingue: queste caratteristiche stanziali continuano a contraddistinguerlo anche da adulto, nei mesi invernali, durante i quali si tiene alla larga da qualunque cosa evochi lo sforzo fisico puro. L’inverno padano è duro, si sa: l’umidità ti entra nelle ossa e ci si veste di più; Sporticus quindi camuffa le sue rotondità con giubbotti all’ultimo grido, camicie fuori dai pantaloni strategicamente larghi, maglioni arrotolati in vita. Si fa beffe dei temerari che ogni fine settimana sfidano le sferzate d’aria gelida e inforcano le bici da corsa. Snobba quei pazzi che la mattina alle 7 si alzano e vanno a correre al parco. Metterebbe agli arresti domiciliari i fanatici del nuoto che tre volte alla settimana, con temperatura esterna zero, si tuffano in piscina e si lavano allegramente in spogliatoi che non trovavi nemmeno nelle piscine della DDR pre- Perestrojka .
La sua filosofia è che, finchè ti si vede la nuvoletta del respiro, l’unico movimento concesso è intingere la brioches nel cappuccino al bar. Se proprio dovesse presentarsi in palestra, è per i lettini abbronzanti o la sezione “spa”, ma di solito lo fa per tentare l’approccio con le bellocce che fanno aerobica, step, o pilates (in questo caso avviene la ben nota metamorfosi a Homo Sportivus Vulgaris, molto Vulgaris).
Quando però la bella stagione comincia timidamente a farsi strada, e si comincia a intravedere una manica corta, una scarpa un po’ aperta, e qualche bar mette fuori i tavolini, Sporticus viene preso dalla frenesia di recuperare la forma fisica perduta (forse mai avuta) e decide che è il momento di fare un po’ di sport.
Qualunque sia la disciplina in cui Sporticus decide di cimentarsi, saltano subito all’occhio due cose: l’eccessivo zelo dei primi tempi e il suo equipaggiamento esageratamente nuovo. E’ doveroso quindi un confronto con l’altra specie di Homo Gymnasticus: l’Homo Gymnasticus serius.
La parola d’ordine dell’Homo Gymnasticus Serius è understatement, per cui lo si vedrà con scarpe da running terzultimo modello, biciclette leggermente arrugginite con la catena che emette suoni lugubri, costumi a mutanda un tempo colorati ma ora definitivamente ingrigiti.
Il nostro Sporticus invece è il gadget fatto persona: spicca nel gruppo di ciclisti per il brillio della sua bicicletta, i colori squillanti della sua tuta ipertecnologica, la borraccia che ti fa i cocktail e le scarpine in gomma pressofusa che si integrano al pedale in titanio. Cerca senza fortuna di mimetizzarsi tra gli sciami di ciclisti, e ne viene senza pietà spinto nelle retrovie esterne, mettendo a repentaglio la sua vita, non tanto per l’eroico sforzo, ma perché qualche automobilista, frustrato dal dover aspettare a sorpassarli, potrebbe facilmente abbassare il finestrino, estrarre l’ombrello, e infilarlo tra i raggi di una delle bici, creando i noti effetti “doppio carpiato” e “domino” (credevate che tenessi il mio ombrello in macchina per acquazzoni improvvisi?).
In piscina Sporticus sfoggia occhialini iperacquadinamici con forme molto aggressive, strani guanti palmati per sfruttare meglio la sua bracciata e monopinna professionale per tentare lo stile “Uomo di Atlantide”, finendo poi per espellere un polmone dopo appena tre vasche a dorso, sorpassato dal gruppo dei bambini che fanno acquaticità.
Infine, dopo aver subito l’ennesima umiliazione anche nella corsa (nonostante le sue nuovissime Nike con l’Ipod incorporato), superato di tre lunghezze dal gruppo di Podisti (con il deambulatore) della Struttura Protetta, Sporticus decide di giocare l’ultima carta: va da un pusher di anabolizzanti per ottenere in due settimane quello che otterrebbe in anni e anni di intensi allenamenti, e si pompa senza criterio, volutamente ignaro degli effetti collaterali sul suo sistema nervoso e riproduttore, tranciando così anche l’ultimo, labile legame che aveva col suo fratello in via di estinzione Homo erectus.

 
 
 
 
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