PRIMAVERA
26.03.2009

I saldi sono finiti, quindi possiamo riporre il machete, lo sfollagente e lo spray al peperoncino nel baule perché fino a luglio si può entrare da Benetton senza doversi far largo tra la folla di assatanati dei saldi; si sa, a noi carpigiani Harrods ci fa una pippa.
Da Sir Andrews,  i manichini indossano T Shirt color pastello, pantaloni a sigaretta e scarpe con colori molto, molto vivaci.
Da Bellelli gli UGG di tutte le misure, colori, modelli non ci sono più: ho visto fuori qualche temeraria che li indossava ancora, ma forse si stava preparando per i campionati di pesca ai Laghi Paradiso e creare un habitati ideale per le sue esche.. da Bellelli, dicevo, è tutto un fiorire di ballerine (non me le metterò mai, sembro Olivia), sandali aperti, stivali estivi (questi però devo ancora capirli.. mi piacerebbe vedere chi riesce ad indossarli a fine maggio, quando l’onda di caldo arriva di brutto).
Eva Mode e Tezenis non hanno ancora osato i costumi da bagno, ma qualche completo underwear a vista che vorrebbe esserlo occhieggia timidamente dai cardigan, e, nel reparto collant di Calzedonia, le calze 200 denari in microfibra anti radiazioni, sottoposte a prove di resistenza estreme (unghie del gatto, denti del  dobermann, mani del moroso arrapato), sono state rimpiazzate dalle calze a rete e da quelle appena velate che fanno tanto anni ’50 o, in casi limite, 50 anni.
La bellona testimonial di Intimissimi che troneggia da qualsiasi murale o manifesto della città (la odio) non indossa più il berrettino di Babbo Natale e il perizoma rosa cipria. Adesso indossa solo il perizoma rosa cipria.
Da Pinalli e al Beauty Star gli espositori di fondotinta super coprenti (che camuffano l’occhio nero preso da Benetton per accaparrarti l’ultimo cardigan nero scontato al 79%) sono adesso stracolmi di creme abbronzanti, solari antirughe e terre iridescenti; invece dei profumi in versione “dove passo io non cresce più l’erba”, arrivano le acque profumate e, meraviglia delle meraviglie ancora però poco capita, i profumi per capelli, che costano esattamente la stessa cifra ma durano un terzo del tempo.
Gli stand nelle casette di legno non offrono più il Vin Brulè: adesso è tutto un fiorire di primule, bonsai, Uova di Pasqua e Scientology (giuro solennemente che se vengono John e Tom a fare propaganda li prendo più sul serio; finchè ci mettono dei tristissimi ragionieri con la 24 ore preferirò sempre la Lega del Filo di Perle!).
Arrivo anche a dire che guardo con occhio più benevolo le coppiette di teenager che intrecciano lingue e piercing appoggiati alle colonne del portico: il sole primaverile ingentilisce le svastiche o i tribali che hanno tatuati sull’avambraccio.
I carpigiani ricominciano a mettere fuori il naso: in queste serate tiepide di marzo noto con piacere che ci stiamo riappropriando della nostra Piazza: il Bar Dorando ha messo i tavolini ( e gli altri contigui seguiranno a ruota spero: mi sarei rotta di prendere il caffè in piedi al banco spintonata a destra e sinistra) e ricompare dal letargo qualche faccia nota che beve Martini leggendo distrattamente un plico di giornali stranieri, con la faccia però ben rivolta verso il sole (che, vox populi, bacia i belli: i brutti li strina e basta!). Si commenta con piacere l’intervista a Gianguido su “Vanity Fair”: chi lo conosce bene sorride, chi non lo conosce sghignazza ma rosica, e alla fine ci sentiamo tutti un po’ orgogliosi che uno di qui sia arrivato fin lì, tra Roberto Bolle e Clint Eastwood.
Al Bar Teatro la domenica mattina è un piacere essere coccolati da Vincenzo e dai suoi stuzzichini il tutto annaffiato con un buon Rosè, mentre si assiste al passeggio di gente dal piano rialzato che ci fa sentire a un livello superiore, e gli amici che hanno ripescato la bici e l’hanno ripulita giusto per fare la vasca senza più l’assillo dei parcheggi riescono a fermarsi a fare due chiacchiere senza scendere dalla bici e senza ingobbirsi.
Sostare sotto i portici o tra i banchi del mercato non è più una tortura per il gelo che ci attanaglia e non lo è ancora per la cappa afosa che ci soffocherà: è semplicemente piacevole, e i capannelli di gente che rallentano il flusso del passeggio non suscitano i soliti istinti omicidi, perché 90 volte su 100 è gente che non vedi da una vita e ti fermi anche tu!
Nonostante la crisi e la Quaresima, sono contenta di vedere che i miei concittadini non si sono fatti spaventare, né reprimere: in un momento in cui la risposta migliore a questo bailamme sarebbe il tristissimo fancazzismo passivo, abbiamo preferito il cazzeggio attivo, e alla fine è molto meglio che piangersi addosso e portare (più) sfiga.

 
 
 
 
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