WHAT WOMEN WANT
05.03.2009

Correva l’anno 1908. 129 operaie morirono nell’incendio della fabbrica Cotton, di New York, dove si erano barricate da giorni come forma di protesta per le condizioni pessime cui erano costrette a lavorare.
Da allora, l’8 marzo è considerata nel mondo la Festa della Donna. Le origini di questa ricorrenza sono quindi tutt’altro che divertenti e goliardiche: anzi, proprio l’8 di Marzo si renderebbe necessario fermarsi e riflettere: è grazie al gesto di donne come queste che adesso possiamo pensare con la nostra testa, e possiamo ambire a cariche e ruoli che prima ci erano preclusi. Se ci facciamo leggere le carte, nessuna di noi verrà bruciata viva. Se osiamo incrociare lo sguardo di un uomo, non saremo (non sempre almeno) tacciate di facili costumi. Se veniamo colte in flagrante, chi ci uccide o ci malmena può andare in galera (anche se esce dopo tre giorni con la condizionale e un buffetto del giudice).
A dire il vero, la società carpigiana ha sempre visto le donne in primissimo piano, se non dominanti: i primi laboratori tessili sono stati avviati da loro, e la prima generazione di magliaie annovera principalmente grandi figure femminili… a questo proposito vi consiglio di rivedervi il film “Causa di divorzio” girato proprio qui da noi... nonostante ciò, grazie anche alla tendenza carpigiana “sinistrorsa”, negli anni 70 (anche primi anni 80) mi ricordo benissimo (anche se ero una ragazzina, una bambina, una poppante! ) che le donne militavano molto attivamente in questo campo: assieme a mia nonna, che palesemente disapprovava senza sapere di essere una di loro ante litteram e de facto, osservavo le femministe durante le manifestazioni in Piazza, e mi arrovellavo nel cercare il senso dei loro slogan e delle loro canzoni.
Si, mi rendo conto che l’8 Marzo è una cosa seria, un’occasione per prendere coscienza di quello che è stato e che mi ha permesso di essere qui… fare il mio lavoro e le mie scelte in totale libertà… MA CHE PALLE!!!!
Prima cosa: non esiste che una corra dalla mattina alla sera, sveglia, figli, scuola, lavoro, pranzo, compiti dei figli, cena, sveltina serale solo se non c’è la Champions League, tutto questo per 364 giorni e che per 1 giorno possa incrociare le braccia e dichiarare sciopero, urlando che le streghe sono tornate ( e il marito che si fa il viaggio della scenetta erotica): proprio perché adesso c’è la parità dei diritti, se c’è motivo di insoddisfazione, tiri fuori le palle. Anche perché c’è poi sempre il 9 Marzo, e allora che fa? Come se niente fosse sveglia, figli, scuola, lavoro, pranzo, compiti dei figli, cena, sveltina serale solo se non c’è la Champions? Un po’ come essere buoni solo a Natale, penitenti solo in Quaresima e allegri solo a Carnevale.
Seconda cosa (che chi mi legge da un po’ dovrebbe avere già intuito): facciamo pace con il concetto che ci sono cose da uomini e cose da donne. Per una scommessa persa, ho dovuto passare un sabato mattina a fare il magazziniere in un Pronto Moda. A luglio. Guidando un Ducato privo di aria condizionata. Ad aspettare per delle mezz’ore che l’impiegata mi facesse una bolla di reso. In un mondo dove Mara Carfagna è Ministro, Irene Pivetti fa i programmi con Platinette, la Melandri è ospite in Kenia da Briatore, Beckham ruba i trucchi a Posh e Demi Moore lascia Bruce Willis per un toy boy, cosa cacchio abbiamo ancora da dimostrare? Possiamo essere più trasversali di così?
Terza cosa: LEGGEREZZA. Con tutto il rispetto, l’8 Marzo voglio riportare in auge la classica e vituperata uscita di sole donne, andare in un ristorante dove altre 400 donne come me siedono a tavola con la mimosa tra i capelli, lanciare occhiate di fuoco al cameriere terrorizzato, ubriacarmi senza ritegno e andare in un bel locale dove I Centocelle Nightmare, i California Dream Men, Ghibli e Daniele Interrante danno il meglio di sé mentre gli infilo i soldi del Monopoli nel perizoma. Visto che cenere ero e cenere ritornerò, e che a ogni piè sospinto la nostra transitorietà in questo mondo mi viene ricordata, voglio sfruttare qualsiasi occasione per passare una serata divertente e anche un po’ trash. E che Sophie Kinsella sia con me.

 
 
 
 
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