EX AND THE (small) CITY
4.09.2008

“e siccome è facile incontrarsi anche in una grande città”.. cantava quel tristanzuolo di Battisti. Si sarebbe suicidato se fosse vissuto a Carpi, 70000 anime di cui solo una ventina ha gli attributi giusti per diventare qualcosa più di un amico. Gestire gli ex morosi a Carpi è doveroso, perché inevitabile. Non è un caso la frequenza con cui certe coppie si fanno e si disfano, anche più di una volta. Se due persone si lasciano, per almeno uno dei due la cosa migliore sarebbe non trovarsi davanti l’altro ogni volta che mette il naso fuori casa. Ma quando la Piazza è una sola (seppure la terza più grande d’Italia senza monumenti) e i luoghi di ritrovo sono due o tre al massimo, anche la più ferma delle decisioni vacilla. Anni e anni di chiacchiere, confessioni, telefonate fiume con le amiche e soprattutto di esperienza personale, hanno creato innumerevoli tipi di “ex”, anche se alla fine tutti quanti possono ricondursi a questi tre:
ADOLESCENZIALE: è il morosino che da ragazze ci faceva battere il cuore , con cui ci baciavamo dietro le Lapidi, o al cinema senza neanche badare al film. Ovviamente sono passati talmente tanti anni che dei suoi capelli è rimasto di solito molto poco,per non parlare degli addominali; invece che un Ciao truccato, adesso guida un passeggino pullulante di bambini: mentre lo incrociamo sotto i portici, lo scrutiamo con attenzione alla ricerca di quel “quid” che allora ci sdilinquiva, ottenendo soltanto uno sguardo truce dalla moglie inutilmente gelosa e un suo cenno rassegnato di saluto: forse anche lui, in quella frazione di secondo, torna indietro ai bei tempi in cui l’ormone giocava sporco, e per un attimo ci rendiamo ancora reciprocamente felici: lui perché fa un tuffo nel suo glorioso passato, noi perché quel qualcosa di glorioso nel passato ci è restato.
PREDESTINATO: è matematico: c’è sempre un moroso di transizione “terapeutico”: molto innamorato e devoto, politically correct, amato e rimpianto dalle mamme perché ha sempre un’ottima posizione, non fuma, non dice parolacce. Con lui c’è stata una storia lunga, senza grandi scossoni, gratificante per i nostri ego quanto mortale per il nostro es: ce l’abbiamo messa tutta, accantonando Gucci e il guardaroba da pantera per un più sobrio Ralph Lauren o al massimo, volendo osare, Fred Perry.. Per un po’ ci siamo divertite a giocare alla first lady: ma dentro di noi sapevamo che era un momento transitorio, un letargo confortevole, in cui egoisticamente abbiamo ricaricato le pile pronte a riemergere dalle ceneri. Si, gli abbiamo spezzato il cuore: quando ci incontra, si gira dall’altra parte disgustato. Al suo fianco un’altra forse più furba e meno inquieta di noi sta facendo la bella vita ricca e annoiata che talvolta rimpiangiamo. Ma il nostro rimpianto dura giusto il tempo dell’incontro: nel giro di un minuto, continuiamo a preferire la pubblica gogna per avere mollato uno così, piuttosto che la morte civile di dover indossare un misero tacco 5.
DANNATO: questo è un ex difficile da gestire. Per prima cosa perché ci ha rapito i sensi e spezzato il cuore, nel nostro inutile e patetico tentativo di redimerlo. Non in ultimo, perché nel momento epico in cui siamo riuscite a mollarlo, invece che tornare dai suoi amici beoni e maleducati, in sella alla sua moto scomodissima e maschilista, a sedurre ogni essere vivente di sesso femminile (piante comprese, purchè non crittogamiche), ecco, in quell’esatto momento, lui ha deciso che eravamo la donna della sua vita. Qualcuna di noi ha facilmente resistito, resa forte dal nuovo spasimante gentile (vedi sopra), poche altre hanno masochisticamente resistito sebbene senza ancora nessun sostituto all’orizzonte (con effetti da paura su fegato e unghie); tante altre invece sono ripiombate nel tunnel del terrorismo psicologico, illuse dalle promesse di amore eterno. Io personalmente, con il mio “ex” dannato, ho fatto tutte e tre le cose; e ogni volta che oggi me lo rivedo davanti, sempre uguale, tranne che per il SUV al posto della Ducati, il Panama invece della bandana, il sigaro cubano anziché la sigaretta americana, non posso che ergermi in tutto il mio (possibile) splendore, (tanto per sbattergli in faccia quel che si è perso), lanciare uno sguardo distratto a lui e alla sua nuova sempre più giovane compagna, e sparire dietro a una colonna del portico interrogando allo sfinimento l’amica di turno; la quale deve essere abbastanza intelligente da dire che io sono sempre la migliore, e che quella con cui lui adesso sta è di sicuro a) rifatta b) anoressica c) stupidissima.
A chi osasse suggerirmi di trovare morosi fuori le mura, sarò stronza ma è più forte di me: già un ragazzo di Limidi scatena in me la sindrome del rapporto a distanza.
A chi invece mi suggerisse di cambiare città, stia in pace: ho incontrato dei carpigiani in luoghi e città del mondo che nessuno immaginerebbe, e con la sfiga che ho, potrei incontrare uno dei miei ex in un monastero buddista in Tibet. Ovviamente nel momento di massima crescita dei miei peli superflui.

 
 
 
 
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